QuickStep-AlphaVinyl, Fabio Jakobsen: “Devo dimostrare di meritare il posto a Giro e Tour. Non penso alla causa contro Groenewegen”
Fabio Jakobsen sa di avere ancora delle prove da fare per tornare ai massimi livelli. A livello fisico come psicologico, per il corridore della Deceuninck – QuickStep ci sono ancora degli step da compiere per potere essere pienamente al suo livello. L’eccellente 2021 è comunque ovviamente un ottimo punto di (ri)partenza, con le tre vittorie di tappa alla Vuelta a España che chiaramente dimostrano come possa vincere ancora ad altissimi livelli e che non abbia perso la propensione a gettarsi nella mischia. È tuttavia lui stesso ad ammettere che gli manca ancora qualcosa, da entrambi i punti di vista, non nascondendo il “trauma” nel momento di iniziare uno sprint. Una paura latente che riaffiora inevitabilmente per un corridore che nell’agosto del 2020 ha subito un infortunio pesantissimo.
“Quando attraversi qualcosa di così intenso, realizzi quel che hai, ma anche quello che puoi perdere”, commenta al riguardo a Het Nieuwsblad, senza nascondere comunque le sue grandi ambizioni sportive che non si sono di certo perse. Anzi, la voglia di lottare, dimostrare e vincere è decisamente forte. La paura è qualcosa di presente, ma che non vuole essere per lui un freno, con la chiara intenzione di continuare nella sua parabola ascendente. Il prossimo step è dunque il Tour de France 2022, nel quale spera di poter essere nuovamente il leader della formazione belga, nella quale si giocherà il posto con Mark Cavendish, reduce da quattro vittorie la scorsa estate andando ad eguagliare il record di Eddy Merckx di 34 successi alla Grande Boucle.
“Vorrei correrlo – ammette a De Telegraaf, pensando ad un programma sportivo per la prossima stagione – Ma prima di tutto guardo alla primavera. L’ho persa nelle ultime due stagioni ed è lì che dovrò dimostrare di meritare il posto nella selezione per il Giro d’Italia o il Tour. Mi piace che non sia tutto sicuro, questo mi tiene sull’attenti”.
La rivalità ovviamente con il britannico c’è e non si può negare, ma tra i due c’è anche un ottimo rapporto. “Siamo entrambi velocisti, ma ci diamo anche tanto l’un l’altro – aggiunge – Ora è qui con noi e, considerando le circostanze (una brutta caduta alla Sei Giorni di Gand, ndr), le cose stanno andando bene per lui. Lo scorso anno Mark c’era per me e ancora c’è. Ora posso essere io a supportarlo, perché siamo entrambi a disposizione dell’altro in questa squadra”.
Nel frattempo continua la causa legale contro Dylan Groenewegen, responsabile della tremenda caduta subita, alla quale cerca di non pensare: “È nelle mani delle persone giuste che sono preparati a queste cose. Sono convinto di quello che abbiamo fatto e penso che sia una cosa che andava fatta. Porterà benefici al ciclismo e nella coscienza di tutti, inoltre porterà anche chiarezza. Spero che l’esito non andrò a condizionare il mio futuro. Soprattutto, sono felice di essere tornato in bici e di andare ancora forte”.
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